Questa immagine di microscopia elettronica a scansione (SEM) del 2005 mostra numerosi ammassi di batteri appartenenti alla specie Staphylococcus aureus meticillino-resistente, comunemente indicati con l'acronimo MRSA, ad ingrandimento 2381x.
Reentemente sono stati riconosciute alcune epidemie o cluster di infezioni in ambiente comunitario da parte di ceppi di MRSA che mostrano alcune proprietà microbiologiche e genetiche uniche, differenti da quelle dei tradizionali ceppi di MRSA associati ad infezioni in ambiente ospedaliero, il che suggerisce che alcune proprietà biologiche, ad esempio la presenza di fattori di virulenza quali le tossine, possano permettere ai ceppi comunitari di diffondersi più facilmente o di causare patologie cutanee di maggiore rilievo. Un ceppo comune, denominato USA300-0114 ha causato molte di queste epidemie negli Stati Uniti. Si veda PHIL 7823 per una versione in bianco e nero dell'immagine microscopica.
Lo stafilococco aureo viene riscontrato sulla cute di tutti gli individui. Tuttavia, l'MRSA è un ceppo di questi batteri che è diventato resistente all'azione di certi antibiotici. Questi includono la meticillina e altri antibiotici più comuni come l'oxacillina, la penicillina e l'amoxicillina. Le infezioni stafilococciche, incluse quelle da MRSA, si verificano più frequentemente tra individui ospedalizzati o posti in strutture di assistenza sanitaria (come ad esempio le case di riposo e i centri dialisi), che posseggono un sistema immunitario indebolito; tuttavia, le manifestazioni delle infezioni da MRSA acquisite da soggetti altrimenti sani, che non sono stati ricoverati di recente, o hanno subito una procedura medica come la dialisi o un intervento chirurgico, hanno iniziato ad emergere attorno alla seconda metà degli anni 1990. Queste infezioni in comunità sono solitamente manifeste come infezioni cutanee minori quali foruncoli e pustole. La trasmissione di MRSA è stata riportata più frequentemente in certe popolazioni, quali i bambini, i partecipanti a sport di squadra o i carcerati.
Fonte: CDC/ Jeff Hageman, M.H.S. / Janice Haney Carr