La spondilolistesi è una condizione patologica caratterizzata dallo scivolamento di una vertebra rispetto alla sottostante. La sua prevalenza nella popolazione generale si aggira attorno al 5%.
È possibile classificare le spondilolistesi sulla base dell'entità dello scivolamento oppure in base all'eziologia.
La classificazione di Meyerding prevede 4 gradi in base all’entità dello scivolamento: <25%, <50%, <75% e fino al 100%
Secondo la classificazione di Wiltse invece possiamo distinguere le spondilolistesi in 5 tipi:
congenita: da anomalie della giunzione lombo-sacrale
istmica: da lesione della pars interarticularis da difetto congenito dell’istmo o conseguente fratture
degenerativa: si manifesta nell’adulto in seguito ad alterazioni di tipo artrosico-degenerativo
post-traumatica: da frattura che interessa l’istmo
patologica: da processi patologici locali o sistemici che determinino scivolamento
La presentazione clinica è molto variabile, da situazioni completamente asintomatiche diagnosticate per caso nel corso di esami di imaging, ad alterazioni posturali, alla presenza di lombalgia o lombosciatalgia fino a sintomi estremamente invalidanti.
All’esame obiettivo spesso è possibile apprezzare un appiattimento del rachide lombosacrale con scalino palpabile a livello dello scivolamento e, molto frequentemente, è presente un accorciamento dei muscoli flessori dell’anca e del ginocchio con conseguente tendenza alla postura con anca e ginocchia flesse.
La diagnosi si avvale dell’esame radiografico e della risonanza magnetica nucleare.
L’obiettivo del trattamento riabilitativo è la riduzione del dolore e degli eventuali sintomi neurologici presenti e il miglioramento della postura.
In prima istanza è essenziale una corretta educazione posturale mediante esercizi di controllo del bacino, che spesso tende alla retroversione.
Estremamente utili sono gli esercizi di stretching, eventualmente associati a terapia manuale decontratturante, dei muscoli paravertebrali, ischiocrurali, glutei e flessori dell’anca, che spesso sono accorciati in questa patologia.
Si ritiene, invece, che debbano essere evitati gli esercizi in iperestensione (Mc Kenzie) perché potrebbero peggiorare l’entità della spondilolistesi.
Un programma di rinforzo della muscolatura addominale in modo da ottenere la massima stabilizzazione possibile della colonna lombare.
Utile l’utilizzo di un corsetto lombare durante attività che richiedano il sollevamento di pesi.
Quando il solo trattamento conservativo non porta ai risultati sperati e/o in presenza di sintomi persistenti e invalidanti, è possibile ricorrere all’opzione chirurgica.
L’obiettivo della chirurgia è ottenere una stabilizzazione della colonna vertebrale e liberare le strutture nervose eventualmente coinvolte.
Anche dopo essersi sottoposti a un intervento di chirurgia vertebrale è fondamentale seguire un percorso riabilitativo mirato, allo scopo di favorire il più rapido recupero funzionale possibile, limitando o prevenendo le complicanze e le ricadute. Il programma riabilitativo è personalizzato sulla base delle caratteristiche del paziente, l’età, le comorbidità, l’autonomia pre-morbosa e le richieste funzionali.