Si calcola che sul totale dei soggetti con allergie alimentari, il 2% sia allergico alle spezie. Tra le spezie che più frequentemente scatenano reazioni allergiche, rientra a pieno diritto la cannella.
La pianta da cui la si ricava è originaria dell’estremo Oriente (Cina, India e sud-est asiatico), ma il suo utilizzo è molto diffuso in Occidente da sempre, sia in cucina, sia in cosmesi. Nelle etichette la si può trovare espressamente indicata, ma in altri casi (come per dentifrici, collutori e profumi, ma non solo) sarà per lo più indicata genericamente sotto la dicitura “aromi”, “aromi naturali”, “spezie” o “fragranze”. In questi casi, gli allergici devono prestare particolarmente attenzione. Ma quali sono i cibi e le bevande che contengono o che possono contenere la cannella?
Vista così, la questione sembra di difficile gestione. Ma in realtà non c’è da preoccuparsi perché, se questi alimenti sono effettivamente di largo consumo, allo stesso tempo la cannella è facilmente sostituibile con altre spezie ed aromi (soprattutto in cucina):
La sintomatologia
Le reazioni allergiche alla cannella non sono scatenate solamente dall’ingestione della spezia, ma anche dalla sua inalazione o dal contatto diretto. I sintomi più comuni sono:
Solo nei casi più gravi, l’allergia alla cannella può provocare nel soggetto una reazione anafilattica, che solitamente si sviluppa in tempi anche molto brevi con: improvviso calo della pressione sanguigna, difficoltà di respiro, perdita di coscienza e shock. In questo caso, l’intervento medico è fondamentale.
Gli studi scientifici fanno pensare che nei prossimi anni ci potrebbe essere un aumento dei casi di allergia alla cannella. Questo viene spiegato dall’incremento dell’utilizzo delle spezie sia nel cibo, sia nei prodotti cosmetici. Le donne, proprio per la loro propensione ad utilizzare più creme e profumi rispetto agli uomini, sarebbero maggiormente soggette a questo tipo di allergia.
Come in altri casi di intolleranze alimentari gravi, la reazione allergica alla cannella può essere provocata da una molteplicità di cibi, anche indipendenti tra loro. Un valido aiuto alla diagnosi può essere quello di tenere un registro di alimenti, bevande e prodotti di igiene e cosmesi in seguito al consumo dei quali si nota una reazione abnorme.
Essendo questo allergene non uno dei più "comuni" non sarà semplice da parte dell’allergologo giungere ad una diagnosi di certezza, in quanto in commercio non esistono (almeno per il momento) test disponibili di routine per indagare l’allergia alla cannella.
L’importanza di consultare un allergologo
Chi soffre di allergia alle proteine della cannella deve seguire una dieta restrittiva; è quindi fondamentale l’intervento di un allergologo e di un dietologo o nutrizionista per stabilire un regime alimentare che, pur evitando tutti i cibi a base di cannella, consenta al soggetto allergico di scongiurare il rischio di malnutrizione, assicurando i bisogni nutrizionali.
Allo stesso tempo, l’allergico al supermercato o in cucina dovrà porre molta attenzione alle etichette dei cibi, delle bevande e dei prodotti di cosmesi; e al ristorante dovrà informare il cuoco della propria allergia.
Il trattamento e la cura
L’unico trattamento valido in caso di allergia alla cannella è quello di evitare completamente la spezia.
In caso di ingestione o contatto accidentali con manifestazioni molto lievi, i sintomi dell’allergia possono essere ridotti con un antistaminico. Nei casi di maggiore importanza potrebbe essere però necessari altri trattamenti, in maniera tempestiva. E’ quindi importante in questi casi allertare immediatamente il 118 e cercare aiuto nel più breve tempo possibile. I soggetti con precedenti reazioni allergiche di una certa gravità potrebbero aver già ricevuto la prescrizione di un autoiniettore di adrenalina, che è la terapia d’emergenza per le reazioni allergiche, ed il medico in questo caso avrà fornito le corrette istruzioni su come e quando utilizzarlo.
Nel caso si sospetti un’allergia alla cannella, così come ad altre spezie o ad altri alimenti, il consiglio è quello di contattare un medico allergologo.
L'articolo è tratto dal blog a cura del Dott. Fassio.