Una breve panoramica delle diverse problematiche che può trovarsi ad affrontare il medico di gara in funzione del tipo di sport
Iniziamo dall’atletica leggera, regina delle specialità. Nelle gare organizzate dalla FIDAL è a disposizione l’ambulanza. Se la gara si svolge su pista, le zone da mantenere maggiormente sotto controllo sono quelle di arrivo delle gare di corsa, dove si possono verificare dei “collassi” cardiocircolatori, e la padana delle competizioni di salto e di salto con l’asta, dove si verificano la maggior parte dei traumatismi. Tra le gare di corsa, si verificano molte più cadute nelle gare ad ostacoli, soprattutto in prossimità dell’arrivo: si possono verificare semplici escoriazioni, ma a volte anche traumatismi maggiori, dalle lussazioni di spalla alle fratture di clavicola o di polso. Se la gara si svolge su un prato o in circuito all’interno di un paese o una città, con arrivo ad esempio in una piazza, è indispensabile “pattugliare” tutti i punti a rischio, coordinando i soccorritori dell’ambulanza ed i giudici di gara; inoltre si deve predisporre per tempo il punto più idoneo di soccorso, per medicazioni e fasciature, che di solito viene individuato in prossimità del traguardo e dell’ambulanza.
Le condizioni atmosferiche possono complicare o comunque ostacolare il compito del medico di gara: in caso di giornata piovosa o particolarmente calda, è utile avere una postazione coperta, per cui si deve insistere per ottenerla dall’organizzazione. Nelle manifestazioni sportive con un alto numero di partecipanti, come le maratone, sono necessari più medici, alcuni al seguito dei concorrenti (a bordo di ambulanze), alcuni fermi al traguardo dopo l’arrivo dei primi atleti. Nelle gare ciclistiche, il medico viene di solito posizionato su un’autovettura con autista messa a disposizione dagli organizzatori, che segue la macchina della giuria in fondo alla corsa; l’ambulanza è obbligatoria e di solito segue la macchina con il medico.
In caso di caduta, ovviamente il medico ed il personale dell’ambulanza scendono e prestano soccorso. La traumatologia è eterogenea ed è soprattutto a carico dell’arto superiore, in particolare della spalla. Anche in questo caso nelle manifestazioni più importanti ci sono diversi mezzi di soccorso, che seguono i diversi tronconi della gara. Un altro sport individuale che si svolge all’aperto è il pattinaggio, su pista e su strada. In questo caso la stragrande maggioranza degli interventi riguarda le escoriazioni in seguito a cadute, per cui bisogna portare sempre una quantità maggiore di materiale per la medicazione e la detersione della pelle. Una particolarità: nel momento in cui un concorrente viene toccato, da un giudice o da un medico per prestare soccorso, viene automaticamente tolto dalla classifica: pertanto attenzione a non eccedere negli interventi per non arrecare un danno all’atleta.
Per quanto riguarda le gare di nuoto, nelle piscine c’è sempre un’infermeria dove porre la base logistica; anche le gare di canottaggio si svolgono sempre in luoghi dotati di strutture adeguate. Stesso discorso vale per altri sport, come la ginnastica o la scherma. Nelle gare in mare aperto o di gran fondo, il medico segue la gara a bordo di imbarcazioni a motore; si ricorda il numero 1530 per l’emergenza in mare.
Anche nei poligoni, dove si svolgono gare di tiro, ci sono infermerie facilmente individuabili. Troveremo un’ambulanza solo in occasione di gare juniores e seniores, di Giochi Sportivi Studenteschi e nelle gare di qualificazione e di finale di Coppa Italia e di Campionato Italiano. Nel caso del tennis, l’originalità sta nel fatto che i tennisti del circuito ATP possono essere soccorsi solo dal loro fisioterapista ufficiale, che è presente sempre nei loro tornei. In caso di infortunio, durante la partita o il riscaldamento, tocca a lui scendere in campo e aiutare l’atleta; il medico deve intervenire solo su sua richiesta.
Nel tennis sono frequenti le riacutizzazioni di patologie croniche, dalle discopatie lombari alle epicondiliti, alle tendiniti di tutto l’arto superiore. Nella maggior parte dei casi, il medico deve rilasciare un certificato all’infortunato, che attesta il tipo di intervento compiuto e che può essere utilizzato a scopi assicurativi. In alcuni casi ci sono dei moduli particolari da compilare, delle dichiarazioni aggiuntive o delle comunicazioni da fare alla federazione di appartenenza degli atleti. Ad esempio, sappiamo che c’è un modulo dell’ATP da compilare in caso di infortunio di un tennista professionista: tale modulo serve all’atleta sia come denuncia di infortunio, sia come dichiarazione per annullare senza penali gli impegni di partecipazione a tornei successivi. Se vi sono complicazioni con la lingua parlata dall’atleta, prima di scrivere delle inesattezze, il medico deve ricordare che esistono sempre degli interpreti o almeno degli accompagnatori in grado di aiutarlo.
Un altro esempio riguarda la ginnastica: il medico di gara per regolamento deve avvisare prima possibile la federazione dell’infortunio occorso ad un suo tesserato; in ogni caso è molto probabile che si trovi un dirigente o un giudice che prende direttamente l’incarico di trasmettere il certificato medico in federazione.
In molti sport, soprattutto di squadra, il medico prima dell’inizio della gara deve redigere l’elenco dei farmaci soggetti a restrizione d’uso assunti dai giocatori nel corso della settimana precedente (vedi norme Anti-Doping); inoltre al termine della gara deve comunicare ai giudici di gara l’eventuale infortunio di un atleta. Negli sport di squadra, il medico di gara si trova ad interagire con le altre figure del servizio sanitario alle quali è concesso l’ingresso in campo: il massaggiatore in panchina, gli eventuali collaboratori a bordo campo, i barellieri. Al collega della squadra avversaria è buona norma offrire la massima collaborazione e, a questo proposito, va ricordato che in caso di indisponibilità dello stesso, l’arbitro può consentire lo svolgimento della competizione solo dopo verifica della disponibilità di un medico a garantire l’assistenza a tutte e due le compagini.
L’accesso in campo è consentito solo ai tesserati elencati sulla distinta di gara e ciò vale ovviamente anche per il medico; in panchina vige l’obbligo di restare seduti: solo all’allenatore è concesso di stare in piedi all’interno della cosiddetta “area tecnica”; l’ingresso al rettangolo di gioco, per soccorrere un giocatore infortunato, è consentito solo dopo la chiamata dell’arbitro al quale spetta valutare la necessità dell’intervento dei sanitari. In genere entrano in campo il medico, il massaggiatore e i barellieri; dopo una prima valutazione il giocatore deve essere accompagnato a bordo campo per le cure del caso, rientrando in gioco, quando le condizioni lo consentono, solo dalle linee di fallo laterale previo cenno di assenso dell’arbitro. Per il medico in panchina è importante seguire con attenzione lo svolgimento delle fasi di gioco, perché, in caso di infortunio, l’osservazione della meccanica dell’incidente può fornire utili indicazioni ai fini diagnostici, anche se l’elevata velocità delle azioni, caratteristica del gioco moderno, spesso rende difficile l’analisi di ciò che accade.
Negli infortuni più frequenti, il medico deve fornire oltre ad una diagnosi di massima, soprattutto una prognosi a breve termine; infatti, ciò che più importa nell’immediato, è chiarire se l’infortunato può continuare il suo impegno nella gara, in condizioni valide e senza aggravare la patologia. La valutazione si baserà, oltre che sulla già citata osservazione della dinamica d’incidente, soprattutto sul rilievo delle sensazioni soggettive dell’infortunato (dolorabilità spontanea, senso d’instabilità articolare, ecc.) che talvolta rappresentano l’unico elemento di valutazione in assenza di un’obbiettività evidente; ad esempio, nel caso delle lesioni muscolari da trauma indiretto, la cosa più importante è ascoltare l’atleta che racconta le modalità d’insorgenza del dolore e dell’impotenza funzionale, eventualmente associati a sensazioni di “puntura” o “strappo”, più che non ricercare i segni del dolore provocato e della contrattura peri-lesionale, più tardivi a comparire. L’esame obbiettivo sul terreno di gioco deve essere necessariamente rapido e mirato, rilevando eventuali deformità anatomiche, tumefazioni, ecchimosi e ferite lacero-contuse, controllando quando è il caso la stabilità articolare. L’intervento in campo si conclude o con la richiesta di sostituzione dell’atleta o con la messa in atto di quei provvedimenti che consentono allo stesso di proseguire la gara; il tutto nel più breve tempo possibile: nel calcio non esiste, a differenza di altri sport di squadra, la possibilità di sostituzione temporanea.
L’applicazione del freddo mediante spray refrigerante rappresenta sicuramente il presidio più comunemente utilizzato in tutte le patologie traumatiche, ma nella borsa di pronto intervento possono essere anche presenti: materiale da sutura (compresa una suturatrice meccanica monouso), fasce emostatiche, tamponi nasali, fiale di acido tranexamico, stecche modellabili per immobilizzazione nonché diversi tipi di bende autoadesive per il confezionamento di fasciature e bendaggi funzionali.
L’applicazione di medicazioni e di bendaggi deve tenere conto che non è consentito il rientro in campo all’atleta che presenta medicazioni rigide e ingombranti che potrebbero recare nocumento agli altri giocatori; anche la presenza di ferite sanguinanti preclude la possibilità di continuare la gara. A tal proposito si è rivelato particolarmente efficace, nella realizzazione dei bendaggi emostatici, l’utilizzo di una spugna marina, debitamente sterilizzata, per la sua azione compressiva ed assorbente. Nel rugby sono frequenti gli infortuni alle orecchie, soprattutto nelle mischie, pertanto alcuni giocatori hanno assunto l’abitudine di proteggerle con idonei bendaggi.
Negli sport motoristici, in caso di incidente e di richiesta di intervento del personale sanitario, il direttore di corsa ferma o rallenta vistosamente la gara per consentire l’ingresso in tutta sicurezza dei soccorsi sul tracciato di gara. Un compito molto importante del medico di gara è valutare la possibilità di riammettere alla competizione un pilota infortunato durante le prove: il medico deve essere presente nella direzione corsa per tutto il tempo delle gare e delle prove per quanto riguarda la velocità in circuito; deve informare il direttore di corsa delle condizioni dei piloti infortunati e preparare la lista dei piloti infortunati dichiarati non idonei, da spedire alla federazione nazionale o internazionale competente. Tra i compiti del medico di gara, vi è quello di consigliare l’utilizzo di protezioni, soprattutto per il capo, anche in quegli sport, come ad esempio il ciclismo, dove non sono ancora obbligatorie, poiché possono rivelarsi estremamente utili in caso di caduta; un altro esempio può essere l’utilizzo di visiera e paradenti nell’hockey.
Per quanto riguarda gli eventi sportivi maggiori, sono stati individuati i parametri per la programmazione e la realizzazione di un’adeguata organizzazione sanitaria durante queste manifestazioni. Questi parametri tengono conto di tre criteri fondamentali:
1. Grado di pericolosità dello sport (statistiche sulla traumatologia specifica, campo di gioco, numero degli atleti partecipanti, tipo di mezzi meccanici ed attrezzi utilizzati, possibilità di scontro fisico, età degli atleti, numero degli spettatori previsti).
2. Sicurezza di base (possibile evenienza di gravi traumi, lesioni e/o situazioni patologiche anche nelle situazioni di minimo impegno agonistico e pericolosità, disponibilità di kit di pronto intervento, disponibilità certa di mezzi di comunicazione attivi).
3. Organizzazione Sanitaria Territoriale (dislocazione dell’impianto sportivo o sede della manifestazione, dislocazione e specialità di eccellenza degli ospedali vicini, dislocazione delle ambulanze sul territorio e loro disponibilità).
Per quanto riguarda gli aspetti medico-legali, si può considerare che la relazione con il paziente, per il medico di gara, può svolgersi spesso al di fuori di un rapporto tipicamente contrattuale e la responsabilità del predetto sanitario per il danno eventualmente cagionato da un suo errore diagnostico o terapeutico è di tipo extracontrattuale. La diversa natura del rapporto medico-paziente, contrattuale o extracontrattuale, può riflettere la sua importanza in sede civile, ai fini del risarcimento del danno eventuale, nei riguardi anzitutto dell’istituto della prova.
Nel caso di responsabilità contrattuale (art. 1176 e 2236 del codice civile), la colpa del medico viene presunta allorché si dimostri che vi è stata inadempienza o ritardo nell’esecuzione dell’opera (art. 1218 del codice civile). Al danneggiato spetterà l’obbligo di dimostrare il pregiudizio subito e il medico sarà obbligato al risarcimento, a meno che non provi che l’inadempienza o il ritardo siano stati determinati da altra causa non imputabile al proprio comportamento. In pratica, per essere esente da colpa, il medico dovrà dimostrare di essersi comportato con perizia diligenza e prudenza. Nel caso si discuta in tema di responsabilità extracontrattuale, si richiede al danneggiato stesso la prova di un errore inescusabile da parte del sanitario e analogamente a quanto richiesto per la responsabilità in sede penale, al danneggiato compete in questi casi l’onere di provare sia il danno subito, sia la colpa del professionista.
Un obbligo di natura medico-legale è quello del referto, ovvero quell’atto obbligatorio con il quale ogni esercente una professione sanitaria comunica all’Autorità Giudiziaria quei casi in cui ha prestato la propria assistenza od opera e che possono presentare i caratteri di un delitto perseguibile d’Ufficio. Oltre a questo obbligo nei confronti dell’Amministrazione della giustizia e nell’interesse dello Stato, ve ne sono altri, di ordine giuridico – deontologico, connessi con lo svolgimento dell’incarico del medico (obbligo di certificare il vero, obbligo di mantenere il segreto professionale, obbligo di operare per la salute ecc.) e che pertanto devono ovviamente essere seguiti anche quando si presta assistenza ad una manifestazione sportiva.
Il medico deve ricordare che ci si può trovare in difficoltà nella gestione di un paziente se un allenatore, o peggio i genitori dell’infortunato, tendono a minimizzare l’accaduto (ad esempio in caso di una distorsione di caviglia o di una patologia muscolare). In ogni caso il compito del medico è di insistere nel consigliare il trattamento a suo avviso più consono. Per finire la considerazione più importante: nella maggior parte dei casi, se il medico o l’ambulanza si allontanano per trasportare una persona in ospedale, la competizione deve essere sospesa. In alcuni casi si può incontrare la resistenza degli organizzatori, ma il medico deve sempre salvaguardare gli interessi dell’infortunato e degli altri partecipanti alla competizione, per cui nel momento in cui deve allontanarsi per motivi professionali, la gara deve essere sospesa in attesa del ritorno del medico stesso. In conclusione i compiti del medico di gara sono molteplici e non sono facili da riassumere: in ogni caso è importante conoscere tutte le possibili sfaccettature di questo lavoro, per non rischiare di trovarsi impreparati di fronte all’imprevisto.
L’articolo è tratto dal blog a cura del Dott. Lupo.