L’identificazione delle variabili genetiche per i geni che codificano per l’ormone FSH potrebbe fornire la possibilità all’andrologo di trattare e “curare” oltre la metà degli uomini infertili e creare un trattamento “su misura” alla donna sottoposta a PMA.
L’identificazione delle variabili genetiche per i geni che codificano per l’ormone FSH potrebbe fornire la possibilità all’andrologo di trattare e “curare” oltre la metà degli uomini infertili e creare un trattamento “su misura” alla donna sottoposta a PMA. FSH è prodotto dall’ipofisi. E’ l’ormone follicolo stimolante che stimola il testicolo alla produzione degli spermatozoi e del testosterone nell’uomo, e regola la maturazione dell’ovulo e la produzione di estrogeni nella donna. Per agire si lega a recettori specifici presenti su testicolo, ovaio e utero. Chiaramente per una azione corretta, molecola e recettori devono funzionare perfettamente. Un gruppo di ricercatori presso l'Università di Muenster (Germania) ha studiato le varianti genetiche dell’FSH e dei suoi recettori sia nell’uomo che nella donna Senza entrare nei complessi dettagli della genetica e della biologia molecolare, possiamo riassumere che il gruppo di ricerca ha evidenziato che il cambiamento di un singolo nucleotide della sub unità FSHB dell’FSH (che è composto da due sub unità) causa significative modificazioni nella struttura e nell’effetto dell’ormone sugli organi target. Nel caso poi ci fosse una ulteriore variazione genetica anche nel recettore FSHR allora si può raggiungere un deficit di attività testicolare del 40%. Questo spiega, in parte , la risposta di oltre il 45% degli uomini sottoposti allo studio (1213 maschi) alla stimolazione con FSH.
Copright dell'immagine: Arne Hendriks/flickr CC BY 2.0